Coro Ligneo
Dominato com’è da una solida disciplina strutturale, il coro si adegua senza forzature all’andamento poligonale dell’abside, pur caratterizzandosi come entità autonoma; per quanto riguarda le invenzioni dei pannelli, non tutte in verità di alto livello, non sappiamo se frate Paolo si sia valso di cartoni approntati da altri o se abbia disegnato lui stesso i motivi decorativi.
Quel che è certo è che, accanto a soluzioni eleganti ed aggiornate, quale quella che caratterizza la parte superiore del leggio, vediamo semplici riempitivi di schietto retaggio medioevale. Si tratta di una decorazione di tipo seriale, ottenuta con il sistema del “toppo”, ottenuto assemblando “legni diversi, tagliati e disposti in modo da far risultare al taglio normale un disegno prospetticamente coerente”. In sostanza, l’autore (o gli autori) dei cartoni delle tarsie eseguite da frate Paolo si mostra refrattario alle complesse problematiche prospettiche che proprio nella tarsia, a cavallo fra il secolo XV e il XVI, trovavano uno dei campi d’applicazione più congeniali.
L’unico omaggio a queste problematiche sembrano essere gli archi a tutto sesto che inquadrano i pannelli e che ostentano, ove le tarsie sono meglio conservate, fornici bicolori poggianti su solidi pilastri scorciati in profondità. Come si è detto Paolo da Recco ha lavorato anche a Firenze, ecco alcune fotografie di un coro da lui realizzato a Firenze e custodito presso il museo